mercoledì 21 gennaio 2015

Go ... sell... give to... follow me!!!!!

“Go, sell everything you have and give to the poor, and you will have treasure in heaven. Then come, follow me” Mc 10,21

Come seguire, come lasciare tutto… ma perché lasciare tutto?
E se lascio tutto come vivo?

Questa parola mi ha accolto il 13 gennaio sulle rive del Nilo, nella periferia di Juba (Sud Sudan), mi ha accolto senza rispondermi in modo definitivo… mi ha messo in cammino, “GO!”
Perché tutti siamo in cammino, ma alcune volte ne abbiamo una consapevolezza maggiore, e per me ora è così, sono consapevole che sto camminando… so cosa ho lasciato.. e non so cosa incontrerò.. è sempre così.. ma a volte “lo è di più”!
E’ chiaro in me che sono in cammino, un cammino fatto di “abbandoni”, persone, cose, … prima di partire ho chiesto a Dio, poiché la porta è stretta e voglio passare per questa porta, e voglio dire il mio si, di prendere nel tuo cuore, di custodire tutto perché nulla vada perduto, nulla di ciò che ho vissuto… se lo trattenessi lo perderei, e allora custodiscilo TU!
Perché tutto ciò che ho ricevuto è un dono e di doni ne ho avuti veramente tanti, incalcolabili e immeritati…  ma la gratuità di Dio funziona così… e sono contento di avere avuto questi doni immeritati, perché sono tanto belli, tanta amicizie, tanto affetto, tante benedizioni… e tante occasioni per amare e di essere amato. Tanto bene!!!!
Andare… ho iniziato.. e ora c’è da restituire tutto quello che ho ricevuto … ai poveri, a chi non ha…
Così sono partito il 12 gennaio da Santa Maria degli Angeli dopo avere celebrato in Porziuncola assieme a tante persone care, presenti sia fisicamente che spiritualmente, una messa per me stupenda perché con lo Spirito Santo abbiamo ringraziato Dio e messo tutto nel Suo cuore.
Poi il saluto del ministro Generale venuto appositamente all’aeroporto per salutare me e Federico e via… direzione Juba (Sud Sudan)

Viaggio perfetto… arrivo perfetto… nell’aeroporto internazionale di Juba… ma diciamo che come aereoporto è abbastanza particolare, io come aeroporto africano avevo conosciuto solamente gli aeroporti di Casablanca, di Addis Abeba e Dar as Salam, ma Juba è un’altra cosa!
All’aeroporto c’erano P. Jesus e P. Mario che ci hanno accolto e portato direttamente nella nostra nuova casa…
La comunità ora è composta da 5 frati P. Jesus ( americano) P. Mario (australiano), P. Masseo (slovacco), P. Federico ( della provincia Romana) e da me.
La nostra casa è di fronte alla nostra parrocchia principale, “Holy Trinity church” di Juba, siamo nella periferia della città e nel quartiere di Nyokuron, la chiesa è stata eretta a parrocchia solo sei mesi fa. Da questa parrocchia dipendono 6 outstations, sei stazioni missionarie, la più lontana è a 75 km da dove abitiamo e 75 km qui sono tantissimi, non ci sono strade asfaltate e quindi durante la stagione delle piogge è impossibile da raggiungere, come è impossibile raggiungere anche altre outstations.
I giorni scorsi siamo stati nella nostra outstation più piccola e mi ha colpito molto, la comunità cristiana si trova “in mezzo al nulla”, sotto un albero, nemmeno tanto bello, e il sacerdote celebra sotto un tetto di frasche con un altare in ferro… diciamo molto essenziale.
A dire la verità questa outstation non è “in mezzo al nulla”, ma a 200 metri da un campo profughi gestito dalle Nazioni Unite nel quale ci sono Sud Sudanesi della tribù Nuer, che hanno chiesto protezione (?!?!) dopo il primo tentativo di colpo di stato del 15 dicembre 2013, tutto questo in una nazione che a luglio scorso ha celebrato il suo terzo anno di indipendenza dal Sudan.
La casa in cui viviamo è molto semplice vista agli occhi di un “occidentale”, è invece una reggia extralusso, rispetto alle case dei parrocchiani che abitano vicino a noi, i quali vivono in capanne fatte di terra. Noi infatti abbiamo l’acqua, che compriamo e che viene direttamente dal Nilo, abbiamo la luce (ogni tanto), due fornelli con una bombola a gas e un tetto sicuro e mura di “protezione” e ben due bagni.
Abbiamo anche una cappellina nella quale preghiamo insieme e il mio posto è sotto la benedizione di santa Chiara.
I frati sono molto impegnati nella pastorale parrocchiale, qui tutto è nuovo, veramente nuovo, non si sa nemmeno ancora quanti siano i cristiani presenti nel territorio parrocchiale.
Domenica scorsa sono stati inviati dal parroco, su richiesta del vescovo, alcuni delegati parrocchiali per fare un primo censimento nei diversi villaggi.
Oltre che in parrocchia i frati aiutano nella pastorale universitaria e in carcere, ma tutto è da inventare e i bisogni sono moltissimi.

Io sto bene e contento di essere qui, curioso anche di vedere che cosa Dio ha intenzione di compiere attraverso di noi.

Un caro saluto e una preghiera!!!!
Dio vi benedica!

P. Marco Freddi ofm

1 commento:

  1. Carissimo, le tue parole sono veramente come fiammelle Dio fuoco che portano lo Spirito fino al cuore anche se siamo lontani. Grazie per la testimonianza del tuo racconto che rivela la grazia e la potenza di ciò che stai vivendo e noi con te. Continua a scrivere quando puoi perché è come unguento che nutre i nostri cuori e ci permette di vivere più da vicino la grazia di questa missione.

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